Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

sabato 14 gennaio 2017

Ode alla Panda


 

A un certo punto degli anni ’70 l’opinione pubblica mondiale fu colpita dalla notizia che il panda gigante era sull’orlo dell’estinzione. Fino ad allora le tematiche ambientali erano per lo più ignorate, per quanto dal 1961 esistesse già il WWF, che da subito ebbe il panda come simbolo.

Certo, se prossimo all’estinzione fosse stato il ragno aculeato della morte rossa o il lombrico peloso del diavolo forse non avrebbero raccolto tanta simpatia. Ma il fatto che un grande animale dall’aspetto così mansueto stesse per scomparire a causa dell’azione dell’uomo contribuì a formare una coscienza ambientale.

Sull’onda di questo successo mediatico, nel 1978 la FIAT decise di chiamare così la sua nuova utilitaria, legandola all’idea di ambiente e di sostenibilità.

Sono passati oltre trent’anni, e chi di noi passa abbastanza tempo in giro per le strade sicuramente incontra tutti i giorni qualche vecchia Panda dei primi anni ’80. Sono ancora in giro, perchè non si rompono.

La loro perdurante presenza secondo me è quello che veramente giustifica il nome di questa macchina e veramente le rende giustizia come paladina dell’ambiente.

Se una macchina dura molto, non ne compri una nuova. Questo è il primo fondamentale concetto relativo alla protezione dell’ambiente. La nostra società si basa sulla produzione continua di beni che vanno consumati per poterne produrre altri. E’ esattamente così che si distrugge un pianeta. Ma la Panda si oppone! Viene prodotta e comincia a andare in giro e prova a fermarla. “Scusi, signora Panda, ci sarebbe da rottamar...” “ma vai tu a farti rottamare!” ride il pandino e se la sgasa in giro che è un piacere.

Adesso, ci siamo stati tutti sul pandino, abbiamo sofferto molto per spuntoni del sedile che uscivano per motivi misteriosi, abbiamo patito il caldo e il freddo, ci hanno sorpassato quasi tutti, e l’accoppiamento era praticamente impossibile. Ma d’altra parte se non vuoi rompere le scatole al pianeta devi fare una macchina che sia, come dire, poca.

C’ha il motore a scoppio, emette scarichi di idrocarburi. Si, ma poco. Il mio amico ricco ha una Lexus SUV ibrida, ah che belle le lucine che mostrano il K.E.R.S. e il motore elettrico, certo: solo la batteria pesa come un pandino, poi smaltiscila tu quando hai finito di usarla.

Le portiere della Panda fanno “spang” invece che “clunk”. Eh certo, c’è meno roba, meno profili di plastica. Non c’è l’aria condizionata (ma dai?). Vuole dire che non emettiamo gas velenosi.

L’impatto della Panda sul pianeta è stato lieve, ci ha spostato decorosamente in giro per l’Italia per tanti anni e continua a farlo, ma educatamente, chiedendo scusa alle siepi per lo scarico di cui sebbene modestamente le inonda. Dal punto di vista della natura, ambientalismo è non rompere i coglioni.

Andare piano, con poco, lasciando spazio agli altri e sopportando quello che c’è intorno a noi, meteo compreso. La Panda ci ha insegnato a stare al mondo.

domenica 1 gennaio 2017

Terra, 2017


 
Questa immagine della Terra viene dalla International Space Station (ISS), che orbita costantemente intorno al pianeta, abitata da astronauti e scienziati.

La sua bellezza sta in quello che si vede, il nostro cielo visto da sopra, ma anche in quello che non si vede.

Come gli stessi astronauti anni fa avevano detto subito, non si vedono i confini, le barriere a cui oggi molti tengono per separarsi dagli altri. Oggi, primo gennaio 2017, non si vedono il fumo delle bombe, le file di profughi, o le facce dei politicanti che predicano l’odio.

Non si vedono l’inquinamento atmosferico, nè il riscaldamento globale e i disastri naturali che esso comporta, anche se oggi i principali paesi al mondo sono guidati da leaders, in teoria democraticamente eletti, che negano questa realtà o semplicemente se ne fregano, pressati da interessi di parte.

Non si vede il pericoloso impoverimento della gente anche nel ricco nord-ovest del mondo, a vantaggio di pochissimi, nè la sparizione del lavoro.

Quello che si vede, in effetti, è bellezza pura.

Per chi ama la scienza, questa bellezza è ulteriormente aumentata dal fatto che l’immagine sia stata catturata da un miracolo del tutto umano: la ISS, che orbita sulle nostre teste da oltre 15 anni, frutto di un progetto che ha coinvolto tutti i grandi paesi al mondo. E se qualcuno obiettasse sull’utilità pratica di questo grande simbolo di civiltà, ricordiamoci che la scienza di solito i problemi li risolve, mentre la politica spesso li crea. E che proprio ora sulla ISS si svolgono esperimenti per capire come combattere l’indebolimento delle ossa in un mondo che invecchia, per sviluppare nuovi farmaci più efficaci e per migliorare il processo di combustione e renderlo più pulito.

Oltre che per catturare le particelle di alta energia liberate dallo scontro dei raggi cosmici con l’alta atmosfera, che è una figata.