Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

domenica 3 gennaio 2016

La fine di Facebook

Per un anno e mezzo non ho piu' aggiornato questo blog. In tutto questo tempo ho utilizzato Facebook come mio principale contatto virtuale con l'esterno.
Adesso quell'esperienza e' finita.
Ecco il messaggio con cui ho chiuso la mia esperienza sul Social Network piu' famoso del mondo.

Sono giunto alla conclusione che Facebook come social network é finito.
Lo ho utilizzato per un po’ allo scopo di estendere il gruppo di persone con cui parlo, mi confronto, condivido, anche se poi ho spesso evitato di condividere cose troppo personali (la mia faccia per esempio).
Con il tempo lo strumento si é trasformato. Da luogo di incontro a sfogatoio, in cui tutti postano, nessuno legge. Tutti urlano e nessuno ascolta. Non é lo specchio delle persone, né la loro identitá segreta. E’ lo scarico da cui si evacuano pulsioni, frustrazioni, e tantissime scemenze.
Forse non c’é niente di male. Anzi, forse é un bene che la grande maggioranza degli scontenti si sfoghi qui sopra invece di andare in giro a mitragliare la gente. Ma a me non interessa piú.
Alcuni gruppi a cui ho partecipato come quello chiamato “Sei di Garlasco Se” li ho trovati molto piacevoli e andrebbero salvati al di fuori di Facebook (una bella ricerca filologica sarebbe l’ideale), ma non é abbastanza per sorbirmi tutto il resto.
Buona continuazione, chi mi conosce ha la mia mail, il mio blog, il mio telefono e sa anche dove abito.

 I have come to the conclusion that Facebook is done, as a social network.
I have used it, for a while, to extend the group of people with which I communicate, I discuss, and I share things, despite I have never yielded to share too much of my personal things (my face, for one).
With time, the instrument has changed radically. It was a meeting point, it has become a place where everybody writes, no one reads. Everybody shouts, no one listens. It is not our mirror, or our secret identity. It is our exhaust, where frustration, urges and abundant stupidity are evacuated.
Maybe there’s nothing wrong with this. In fact, it is probably a good thing that the vast majority of discontent are shouting at their PCs instead of going around shooting at people. Maybe. Just I am not interested anymore.
Some groups I joined were very good, like the one about my hometown, which I believe has a philological value that goes beyond Facebook and should be salvaged with a serious study, but that’s not enough to endure all the rest.   
Have a safe journey. Those who know me also know my mail, my blog, my phone, and where I live.

Ho raccolto una parte del materiale testuale che ho scritto su Facebook. Non ho ancora deciso cosa farne.

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