Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

sabato 26 gennaio 2013

Insopportabili

Ci sono cascato ancora. Per quasi una settimana mi sono messo a leggere i quotidiani e a seguire anche gli orripilanti telegiornali. Ho resistito ai dibattiti politici, ma gia' oggi non ne posso piu'. Delle baggianate dei politici, specialmente chi ha rovinato il paese, rubato e trafficato e adesso ha la faccia di ripresentarsi come "nuovo". Hahahaha! La lista "pulita" con capolista il Berlusca, e Bossi di contorno! Come una torta saint honore' alla panna con in cima un bello stronzo. Mmmh che buona dicono i rimbambiti. Basta, tivu spenta e giornali per fare su l'insalata. Presto, che la mente si nutra! A me un libro di Roth! E l'ultimo album di Bob Mould!

venerdì 18 gennaio 2013

Un altro Armstrong

Detestavo l'Armstrong tronfio che si nascondeva tutto l'anno e poi si presentava bello fresco al Tour, con un librone alto cosi' che giustificava tutti i farmaci anti-cancro che prendeva, e vinceva a mani basse. Perche' non mi sembrava un campione vero uno che non fa mai ne' il giro ne la vuelta ne' le classiche. Adesso, vedendolo sbugiardato, nel suo momento piu' basso, non riesco piu' a trovarlo cosi' detestabile. Mi dispiace per lui e per uno sport che vive di drammi e di inganni. sangue e merda. Preferisco pensare al giovane promettente, non ancora vincitore del tour, che vinceva la sua prima tappa e sul traguardo puntava lo sguardo e il dito al cielo a salutare Fabio Casartelli, morto il giorno prima cadendo in discesa. Preferisco a pensare a quel ciclismo li'.

domenica 13 gennaio 2013

La battaglia sbagliata contro le trivelle


Sarebbe importante avere idee chiare dal punto di vista tecnico riguardo alle conseguenze delle trivellazioni per olio e gas.

Offro qui un paio di riflessioni che spero contribuiscano in tal senso.

Premetto che io per lavoro faccio il geologo nell’esplorazione petrolifera. Lavoro con un’azienda di Milano che svolge questo tipo di servizi per compagnie petrolifere grandi e piccole, tra cui naturalmente anche l’ENI.

Premetto anche che non ho interesse personale diretto a che si facciano o non si facciano pozzi per idrocarburi in Italia: l’azienda per cui lavoro deriva quasi tutto il suo fatturato da trivellazioni effettuate all’estero.

Riguardo al temuto inquinamento o incorretto uso del suolo, vorrei sottolineare che i danni causati da questo tipo di attività sono limitati e temporanei: il piazzale su cui si svolge la trivellazione è un quadrato di circa 100 m x 100 m. Può essere un po’ più grande, ma questo è l’ordine di grandezza. È recintato. Ci sono decine di sensori elettronici che controllano la dispersione di fluidi o di gas. I sensori sono monitorati 24 ore al giorno , 7 giorni su 7.

Il lavoro di trivellazione puo’ durare, a seconda della profondità del pozzo, da 2-3 mesi fino a un paio d’anni. Poi quando il pozzo è stato trivellato, si installa una valvola in testa al pozzo. Si tratta di una serie di tubi e flange d’acciaio che sporge dal piano campagna di 1-2 metri. La valvola viene circondata da un muretto di cemento e da un reticolato, ampio pochi metri, per sicurezza. Il resto del piazzale viene restituito all’agricoltura.

Durante le operazioni c’è un viavai di camion naturalmente, che trasportano materiali e aste metalliche e si occupano di smaltire i fanghi che vengoino estratti. Anche questo disturbo è temporaneo.

Riguardo all’opportunità di estrarre gas e olio dal sottosuolo, siamo tutti d’accordo che le fonti rinnovabili di energia sono molto migliori perchè non bruciano nulla e quindi non liberano nè CO2 nè ossidi di azoto e particolato. Tuttavia dobbiamo affrontare il fatto che al momento le fonti energetiche alternative non possono rimpiazzare in toto quelle fossili. Io sono ottimista e credo che succederà, ma non tanto presto. Per cui per adesso olio e gas ci servono ancora, che ci piaccia o no.

Aggiungo inoltre che il gas naturale inquina certamente molto meno di molte pseudo-rinnovabili come l’olio di palma, il cippato e qualsiasi altro processo di combustione, dato che il metano, quando brucia, libera CO2 e acqua. Qualsiasi altra cosa che brucia, libera molte più porcherie, oltre alla CO2. In più ha un’alta resa energetica e costa poco.

Abbiamo due strade: o importiamo tutti gli idrocarburi che ci servono, o ne estraiamo una parte dal nostro sottosuolo. Questa seconda opzione secondo me ha una serie di vantaggi: ci rende meno dipendenti da paesi non-democratici per il nostro fabbisogno energetico. Crea un indotto in termini di lavoro e di alta tecnologia. Rende l’energia meno cara. Inoltre per esperienza personale devo dire che la sicurezza sul lavoro in questo ambiente, in Italia, è di alta qualità, rispetto a tutte le altre attività industriali e agricole sul territorio.

Dobbiamo stare molto attenti, nelle nostre battaglie, a prendere la mira correttamente. Chiediamo al nostro governo di sostenere attivamente le rinnovabili, ma non ammazziamo l’economia con paure e superstizioni che non hanno fondamento tecnico-scientifico.
 

mercoledì 2 gennaio 2013

E’ bello sentirsi inferiori: ode a Albert Hirschmann

Di solito, guardando alle figure che nel bene ma soprattutto nel male stanno segnando il nostro tempo, abbiamo il problema contrario: ci chiediamo come sia possibile che persone tanto mediocri come quelle che popolano l’odierna cronaca politica nazionale e internazionale possano davvero essere i nostri rappresentanti e i nostri leader.

C’era chi diceva che George W Bush avesse appeal presso l’americano medio perchè la sua intelligenza limitata lo faceva sentire come “uno del popolo” anche se era miliardario e filibustiere. Ciò offende l’americano medio, che non può certamente essere considerato tanto stupido.
Noi abbiamo il nostro sottobosco parlamentare fatto di fanghiglia truffaldina al soldo del peggiore, che, nel migliore dei casi, ha venduto il culo per un posto al sole (le varie Berlusconettes per fortuna ormai destinate all’oblio), nel peggiore, l’anima.

Oggi invece festeggio un uomo che, forse non così noto, è stato un protagonista del secolo XX. Albert O. Hirschmann, tedesco, morto ieri a 96 anni. Ecco alcune informazioni su di lui.
Albert ne ha fatte di tutti i colori nel secolo XX. Vediamo un po’: negli anni ’30, ventenne, è andato in Spagna a combattere contro i fascisti che avevano rovesciato il governo democraticamente eletto. Poi si è unito all’esercito francese per combattere i Nazisti (lui era tedesco). Mentre era al fronte, tra una pallottola e l’altra, ha preparato il suo dottorato di ricerca in economia.

Poi, dopo che i Nazisti avevano conquistato la Francia, è passato tra le fila della resistenza: il suo lavoro era di far scappare in Spagna ebrei e antinazisti in fuga dalla Francia. Ha fatto scappare oltre i Pirenei circa 2000 persone. Tra queste ci sono il pittore russo-francese-ebreo Marc Chagall, il pittore e scacchista Marcel Duchamp, e la filosofa tedesca ebrea Hannah Arendt. Attenzione, noi ignoranti ne sappiamo poco, ma la Arendt è una delle più grandi menti del XX secolo, ho provato a leggere qualche suo libello sulla condizione umana ma il mio cervello si è arreso, umiliato. Calcisticamente parlando, è come se Platini si fosse unito alla resistenza e avesse fatto scappare Van Basten.
Comunque Hirschmann non è soddisfatto. Scappa in America. Appena arrivato, si arruola nel servizio segreto e viene mandato in Nordafrica e in Italia. Dà una mano a processare i criminali nazisti, poi torna al suo primo amore, l’economia, e lavora al Piano Marshall, l’istituzione economica che ha salvato l’Europa allo stremo alla fine della guerra e gettato le basi per l’Europa Unita (tra parentesi la sorella di Hirschmann, Ursula, ha sposato uno dei padri dell’unificazione Europea, Altiero Spinelli, altra figura di supereroe del secolo breve...).

Hirschmann era un economista ottimista, e pensava che i cicli di crisi alla fine si superano e il progresso continua. Lo ha pensato e scritto fino all’ultimo, quest’uomo straordinario. Speriamo che avesse ragione.
Hirschmann, per colazione, di solito mangia Chuck Norris.

A parte l’ultimo rigo, tutte le altre cose che ho scritto su Hirschmann sono vere, potete controllare. Addio Albert, e grazie.