Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

domenica 30 ottobre 2011

Nove su settantadue

Un articolo uscito oggi sul sito web del New York Times che potete leggere qui parla del destino dei lavoratori immigrati in Libia, che oggi, dopo la guerra e la distruzione, non hanno più nulla, nemmeno il lavoro sottopagato per cui avevano attraversato il deserto per arrivare alla ricca (ai loro occhi) Libia.
Dato che ognuno di noi è il terrone di un altro, loro erano i terroni di Gheddafi. Il colonnello tra le altre cose aveva fatto un accordo con il governo italiano: in cambio di circa 2 miliardi di dollari che l’Italia gli versava come “risarcimenti di guerra”, egli si impegnava a controllare il flusso di immigranti che dal centro-Africa giungevano verso il ventre molle d’Europa. Perfetto, dato che il regime libico da tempo controllava i flussi, proprio allo scopo di ricattare l’Italia e l’Europa. Si trattava, per lui, semplicemente di incarcerarne qualche migliaio in più, invece di spedirli a forza su barconi malmessi, e mandarli a lastricare di cadaveri il fondo del Mediterraneo.